giovedì 12 novembre 2009

Dancer in the dark e la necessità del tragico

Ieri sera il mio sistema nervoso centrale è stato messo a dura prova da un film di Lars Von Trier, Dancer in the Dark. Dico a dura prova perchè è un film forte, non tanto per i temi proposti ( handicap, povertà, pena di morte) perchè di sicuro siamo abituati a qualsiasi tema in ambito cinematografico, quanto per il concatenarsi delle varie tragedie in una vita sola.
Agginugi le fantasie della cecità trasformate in piccoli musical (personalmente non sopporto  il musical, a meno che non sia dei generi musicali che adoro), forse posti a fare da coro come nella tragedia greca, per allentare la tensione.
Ora, il primo paragone che mi è venuto in mente mentre guardavo il film è proprio questo, la tragedia greca. Pensavo, non si può torturare la gente in questo modo, con una storia dilaniante, abbastanza prevedibile come sequenza di eventi, imprevedibile per la frequenza degli eventi , sempre sull'orlo del patetico in cui tuttavia il fim ha la cura di non precipitare, ma non si può angosciare la gente in questo modo con la scusa del cinema non commerciale. Non sei l'unico che fa film fuori dalla logica del "quanti biglietti mi fai vendere", però con questa storia e lo sfinimento emotivo che ne deriva, forse devo supporre che non sei proprio indifferente al successo?
Riporto il mio flusso di pensieri, in buona sostanza era questo. Poi l'illuminazione. La tragedia greca e il suo ruolo catartico per la società. Serviva per dare dei tabù da non oltrepassare, per distarre dai propri problemi (sicuramente gli eroi in scena ne avevano di maggiori e più complicati), per provare queste emozioni forti davanti all'incesto, il suicidio, l'omicidio e purificarsi. Insomma, c'era un consenso da costruire in Grecia, dei cittadini da edificare e incanalare nel solco giusto, eravamo agli albori della civiltà nel senso più fine del termine. Ovvio che c'era da dare dei valori comuni e l'arte era uno degli strumenti d'elezione per portare a termine questo tipo di lavori.
Bene. Tutto sembra sistemarsi nella mia mente, comprese le scuse immaginarie a Von Trier. E invece no. A parte che non c'è più niente da costruire, al limite ci sarebbero da demolire più di un pregiudizio o luogo comune, ma non è il caso di questo film che mi sembra miri molto al lasciare atterriti, a bocca aperta, in lacrime a seconda del tipo di sensibilità di cui siamo dotati, più che ai temi che contiene.Potrei nominare venti film con temi altrettanto forti che lasciano il fatto nudo e crudo, cosa forse ancora più lancinante, ma non con la pretesa di far male. Fa male perchè lo deve fare. Esempio: l'esecuzione di un condannato fa male, in ogni caso. E' il fatto nudo e crudo. L'esecuzione del condannato col bambino che piange affianco è la cornice che rende il tutto più melodrammatico. Più tragico.
Di sicuro nel nostro mondo fatto di cronaca nera che condisce essa stessa i suoi delitti di particolari sucossamente noir c'è bisogno di tragico per purificarci in qualche modo, c'è bisogno che l'arte svolga il compito di parlarci in modo sommesso, non categorico ma sicuramente convincente più di mille sermoni. Ma il tragico deve essere lo scopo finale. Non il modo per arrivare ad altri scopi;in quel caso il tragico si chiama melodrammatico e lo strazio non è catartico ma inutile.

2 commenti:

  1. Oh oh oh! Calmina ragazza! Hai dato dell'inutile a Lars von Trier!! Noto che il blog ha avuto un calo di consensi non da poco :P

    Mi sarebbe piaciuto smontare pezzo pezzo tutto quello che hai scritto ma purtroppo/fortunatamente il film l'ho visto qualche millennio fa e la mia memoria non arriva oltre i 30 secondi netti.

    La tua ardita interpretazione pone l'accento sul lato morale del film quando io al tempo ricordo di aver osservato e ammirato molto di più quello "tecnico" che tu hai completamente tralasciato.

    Per parlare del lato morale ho cercato di giungere ad una definizione precisa della parola Catarsi, poi mi sono accorto che la filosofia è da quando è nata che ci prova senza esserci troppo riuscita. Per cui lasciamo perdere un attimo la catarsi. O meglio, facciamo così, ci sono due tipi di catarsi: uno intesa come sfogo (è catartico in tal senso anche un bel coro razzista allo stadio) ed uno inteso come l'astrazione dalla realtà quotidiana che porta lo spettatore a calarsi nella realtà, immaginaria, del teatro o del cinema. Quest'ultima porta alla conoscenza, alla comprensione di una giusta morale a seguito del profondo coinvolgimento che induce lo spettatore a riflettere.

    Sono tipicamente catartici, nel senso della prima definizione, i film di merda, quelli che mi pare tu definisci "melodrammatici". Quei film che ti straziano, ti distruggono ma poi, usciti dal cinema, non ti lasciano niente, se non quel senso di purificazione intesa come un lavaggio di coscienza. Vado al cinema a provare compassione per i neri del Kuwait ma poi esco e posso pure pisciargli in faccia perché tanto la coscienza me la sono già pulita. Esempio chiaro è Tullio Giordana in Quando sei nato non puoi più nasconderti.

    La catarsi morale è invece qualcosa di molto più serio e profondo. Ti faccio provare il dolore della pelle che brucia sotto una sigaretta accesa (citazione light), e poi vediamo se fuori dal cinema sei ancora d'accordo con l'uso della tortura negli interrogatori.

    La differenza fra le due, molto probabilmente, sta proprio nella tecnica e quindi nella quantità di dolore che riesco a farti provare. Se ti faccio soffrire, ma non tantissimo, tu non ti immedesimi e quello che fai è al massimo provare compassione per il povero, malcapitato protagonista.
    Se ti faccio raggiungere dei livelli di sofferenza atroci beh, lì si che ti sei immedesimata, e una volta dentro la storia la vivi di persona. Se la vivi di persona è difficile che non ti cambi dentro.

    In tal senso penso che von Trier abbia perfettamente centrato il segno.
    E poi non sono d'accordo con il fatto che la società non abbia bisogno di essere formata. Non smetterà mai di averne bisogno. Tutti i valori comuni sembrano assodati ma di fatto non lo sono quasi mai. Sono solo più diffusi e più mischiati alla sporca ipocrisia. E comunque, il valore in questione, la dignità dell'uomo, anche quella del peggior delinquente, non è di certo fra i valori più condivisi che ci siano.

    Ma ti rendi conto!? Io che parlo seriamente con una come te?!? Boh! Chi me l'ha fatto fare?!?

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  2. tu dici che ci sono due tipi di catarsi e che una è ascrivibile ai film di merda che ci sono in giro. Beh io ti dico che quella non è catarsi ma è DISTRAZIONE, la qual cosa è un pò diversa e non soltanto perchè io ritengo che Euripide o Sofocle siano ad un livello più alto dei registi delle tragicommediucole che ci sono in circolazione. La catarsi, intesa nel senso in cui la volevano intendere più di duemila anni fa è una sola e consiste nel fatto di vedere sullla scena realizzati i tabù nei quali non si dovrebbe mai incorrere per non incorrere ad esempio nell'ira degli dei,per traslarlo all'epoca moderna direi i tabù nei quali non bisogna incappare per non essere esposti al pubblico ludibrio, essendo esso oggi più forte di qualsiasi dio(oh l'opinione pubblica, che giudice incostante e spietato). Per tornare al caro Lars, che non voglio assolutamente denigrare dato che mi è stato consigliato di vedere Dogville, io dico solo che in questo film ha toppato qualcosa: il cinema è arte, intrattenimento, momento di riflessione e soprattutto, so che ne convieni, è la forma d'arte, l'unica, che potrebbe salvarci in questo secolo dell'Incertezza Sovrana e del Ognuno Pensi A Se Stesso(Esclusivamente).In questo caso però é solo strazio all'ennesima potenza, si perde di vista il nocciolo della questione trasportati dall'immane angoscia che viene trasmessa, non si viene un attimo lasciati a respirare da quello che si consuma sulla scena.

    Tu parli di tecnica, si, è apprezzaile che Von Trier abbia lasciato le riprese nude e crude come le ha fatte( e come la sua storia) ma credo non sia l'unico che abbia avuto la stessa geniale idea, non so se hai presente Ermanno Olmi o Pasolini, ecco giusto per citare! Per cui, io non do dell'inutile a nessuno perchè sono TROPPO democratica,porca miseria, però trovo che ci siano film più riusciti senza andare troppo sul tragico, che ormai è roba d'altri tempi. Then??????

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